In architettura, il bambù esprime tutte le sue potenzialità. È l’acciaio vegetale dell’edilizia. Anzi ancora meglio, perché è contemporaneamente strong and flexible.

Impiegato in edilizia in Asia e in America Latina da sempre, ora sta conquistando anche l’Europa e il Nord America. Cavo e leggero, il bambù ha straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2, quasi due volte quella dell’acciaio. E supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione.

 

Verde e solidale. Numerose le realizzazioni, rigorosamente in bambù, che uniscono l’aspetto sociale alla sostenibilità ambientale ed economica. Per un lungo periodo l’utilizzo diffuso di materiali moderni ha significato per il bambù la perdita del ruolo che aveva conquistato nelle regioni del pianeta in cui è diffuso. È stato gradualmente sostituito da calcestruzzo, acciaio e legno ed è cosi diventato il legno dei poveri. Ma oggi il bambù è in fase di rivalutazione in tutto il mondo, anche grazie alla sua connotazione ecosostenibile.

 

L’immagine riporta un’opera sulla soglia tra natura e architettura, il “big bambù” dei fratelli Starn, che hanno sentito la necessità di tornare ad una naturalità incontaminata recuperando una serie infinita di canne di bambù per creare una “performance” tra le più apprezzate dell’intera storia del Metropolitan di New York.